“Le persone stanno comode in posizioni scomode”. Durante una formazione […]

“Le persone stanno comode in posizioni scomode”. Durante una formazione […]

“Niente cambia se non cambi niente” cit.

“Niente cambia se non cambi niente” cit.

“Le persone stanno comode in posizioni scomode”.

Durante una formazione la docente esordì con queste parole, e da subito pensai agli incontri avuti nel mio percorso professionale e privato. Siamo capaci di adattarci a certe posizioni per più tempo di quanto realmente vorremmo perchè, seppur indesiderate e scomode, alle volte sono le sole conosciute in relazione al nostro senso di comodità.
E’ capitato a tutti di stare seduti su una sedia in posizioni non propriamente consigliate, e a lungo andare quella posizione che sembra così comoda ha fatto emergere problematiche in relazione alla postura non corretta.

 

Dentro di noi può essere un eco che ci ricorda quanto non siamo bravi abbastanza.
Oppure la percezione di trovarci in relazioni che non fanno stare bene, che sembrano nutrirsi di risentimento, gelosia, rabbia, dalle quali non riusciamo a prendere la distanza che vorremmo.
O ancora, un malessere indefinito che sembra bloccarci in alcune situazioni o aree di vita.
La paura di sbagliare, la ricerca della perfezione, la preoccupazione eccessiva, il senso di solitudine, l’insicurezza, la ricerca di riconoscimento dall’esterno: queste e tante altre narrazioni molto spesso ci fanno rimanere ancorati dove siamo, non permettendoci di poter valutare posizioni comode in cui stare, ma comode per davvero!

Tocca chiederselo a un certo punto, o meglio arriva forse un momento in cui ce lo possiamo chiedere. Ci possiamo chiedere di scegliere di occuparci, e non solo di pre-occuparci, del nostro benessere emotivo e della qualità delle relazioni che abbiamo, proprio a partire dall’ascolto di come stiamo.

 

Tu che stai leggendo, prova a chiedertelo e porta con te questa domanda: 

così come sto, sono veramente comodo? 

 

 

 

immagine: www.freepik.com

“Le persone stanno comode in posizioni scomode”.

Durante una formazione la docente esordì con queste parole, e da subito pensai agli incontri avuti nel mio percorso professionale e privato. Siamo capaci di adattarci a certe posizioni per più tempo di quanto realmente vorremmo perchè, seppur indesiderate e scomode, alle volte sono le sole conosciute in relazione al nostro senso di comodità.
E’ capitato a tutti di stare seduti su una sedia in posizioni non propriamente consigliate, e a lungo andare quella posizione che sembra così comoda ha fatto emergere problematiche in relazione alla postura non corretta.

 

Dentro di noi può essere un eco che ci ricorda quanto non siamo bravi abbastanza.
Oppure la percezione di trovarci in relazioni che non fanno stare bene, che sembrano nutrirsi di risentimento, gelosia, rabbia, dalle quali non riusciamo a prendere la distanza che vorremmo.
O ancora, un malessere indefinito che sembra bloccarci in alcune situazioni o aree di vita.
La paura di sbagliare, la ricerca della perfezione, la preoccupazione eccessiva, il senso di solitudine, l’insicurezza, la ricerca di riconoscimento dall’esterno: queste e tante altre narrazioni molto spesso ci fanno rimanere ancorati dove siamo, non permettendoci di poter valutare posizioni comode in cui stare, ma comode per davvero!

Tocca chiederselo a un certo punto, o meglio arriva forse un momento in cui ce lo possiamo chiedere. Ci possiamo chiedere di scegliere di occuparci, e non solo di pre-occuparci, del nostro benessere emotivo e della qualità delle relazioni che abbiamo, proprio a partire dall’ascolto di come stiamo.

 

Tu che stai leggendo, prova a chiedertelo e porta con te questa domanda: 

così come sto, sono veramente comodo? 

 

 

 

immagine: www.freepik.com

Published On: 18 Ottobre 2024

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