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Nelle case dei #restoacasa. Quando il coronavirus ci costringe a vivere insieme.

Che caos.
Sono giornate molto stancanti per tutti, e all’ordine del giorno risuonano divieti e cose da non-fare.
Tra i primi impegni che abbiamo seguito c’è il pre-occuparsi in maniera responsabile di ciò che sta accadendo e attenersi alle indicazioni che ci vengono date.
Ciascuno sta cercando di organizzare il tempo a disposizione per dedicarsi a tutto ciò per cui, normalmente, il tempo manca sempre.
Dalla lista delle cose da-non-fare si è passati quindi a crearne una personalizzata, la lista delle cose-da-fare.
E ci siamo forse resi conto che potremmo dedicarci a davvero tante cose, ma ad una condizione: dentro casa.

 

Tutti in casa e tutti a casa.

 

Le linee guide che dobbiamo seguire d’improvviso ci hanno portati a condividere spesso poco spazio e tanto tempo insieme. Un cambiamento repentino del nostro stile di vita e del nostro modo di relazionarci con chi abbiamo intorno a noi. E non sempre potendo scegliere con chi trascorrere questo periodo di emergenza.

E’ il caso degli studenti fuorisede, o di chi condivide la casa o la stanza con altri coinquilini con cui di solito, tra le parti, c’è una tacita o espressa dichiarazione di quanto tempo e spazio vorrà essere condiviso. A contatto, quindi, con persone con cui ci sentiamo più o meno affini.
C’è chi si è di colpo ritrovato in ambienti ben conosciuti: in famiglia, con i genitori, con un@ compagn@, con i figli. In quelle situazioni in cui spesso risuona la voce degli adulti “questa casa non è un albergo” e si assiste a fughe di giovani verso l’esterno alla ricerca di uno spazio proprio che in casa sembra non riescano a trovare.

 

Tutti in casa e tutti a casa. Quanto ci spaventa?

 

Tanta condivisione e costante presenza, anche laddove non sia richiesta né voluta.
Da un lato sarà l’occasione per stimolare la curiosità che non trova spazio di esprimersi nella vita ordinaria: dedicarsi alla cucina, al giardinaggio con l’arrivo della bella stagione, alla scoperta di talenti nascosti.
Ma anche l’occasione per conoscere aspetti inaspettati del proprio partner, figli, genitori, coinquilino: come si muove in casa, come cerca di fronteggiare la noia, scoprirne le debolezze e sfumature che spesso passano inosservate.

Sarà importante in questi casi tenere a mente la stanchezza di ciascun membro, che privato delle quotidiane attività potrebbe d’improvviso trovarsi incapace a fronteggiare i propri stati d’animo sotto gli occhi di tutti.
Chi lavora o non è abituato a fermarsi in casa per così tante ore potrebbe trovare difficile impegnare il tempo a disposizione. I giovanissimi, solitamente impegnati a costruire le proprie reti sociali negli spazi aperti, tra coetanei, lontano da occhi familiari si sentiranno privati di quell’ambiente in cui costantemente cercano di costruire la loro identità. Le coppie, che potranno vivere queste restrizioni come l’occasione per ridefinire un nido d’amore o al contrario vedranno amplificate alcune difficoltà che erano già presenti prima che tutto questo iniziasse inerenti la gestione di vita di coppia. I genitori, che potrebbero trovarsi impreparati a gestire figli iperattivi e pieni di energie, o in difficoltà nel stabilire nuove norme adatte alla situazione su orari, sveglia, tempo da dedicare alla tv.
Durante questa particolare convivenza a cui siamo costretti in un momento per tutti così stressante potrebbero insorgere conflitti e incomprensioni.

Questa condizione ci porta a vivere un totale isolamento fisico e al tempo stesso una forte esposizione emotiva. Se da un lato la possibilità di condividere le preoccupazioni, le paure, le riflessioni sul tema ha rafforzato un comune senso di coesione con le persone con cui siamo più vicine, dall’altro lato ha permesso che queste stesse reazioni emotive fossero sotto gli occhi di tutti.
C’è chi avrà vissuto forti momenti di panico, sensazioni che avremmo voluto tenere per noi, ma stare tutti a casa e tutti in casa non ci aiuta a nascondere quelle che pensiamo siano le nostre debolezze. E ancora, questa comune ventata di inquietudini ci avrà fatto connettere con altre paure che teniamo lì, in un angolo, acutizzando quelle sensibilità che solitamente cerchiamo di tenere a bada.
Potremmo aver difficoltà a contenere la stanchezza che stiamo vivendo e che vivremo nei prossimi giorni, e la rabbia potrebbe manifestarsi in tacita o espressa aggressione, anche solo verbale, verso gli altri o verso noi stessi.

 

Tutti in casa e tutti a casa. Come sopravvivere in maniera armoniosa?

 

Per questo ritengo importante che ognuno possa continuare a trovare un proprio angolo per sé, anche all’interno della casa. Uno spazio intimo in cui sentirsi meno sopraffatto dalla stanchezza, per dedicarsi a se stesso senza il coinvolgimento di altri. D’altra parte sarà importante la pazienza degli altri membri di casa nel rispettare quella “porta chiusa” che diventa l’unico modo per comunicare con gentilezza di non venir disturbati.

Ci troveremo ad ascoltare tanti linguaggi: le parole, ma anche i comportamenti, i silenzi, le espressioni del volto. Una presenza forzata ma un’occasione unica per provare ad ascoltare con gli occhi e non solo con le orecchie.
Trovandosi, molti di noi, a convivere con altre persone sarà necessario, più che mai, provare a sperimentare un dialogo costruttivo e accogliente.
Un dialogo basato sul rispetto delle reazioni individuali, quindi cercando di non giudicare le reazioni emotive o comportamentali di ciascuno di fronte a questa situazione.
Un dialogo che possa lasciare domande aperte senza per forza cercare risposte per dotarle di giudizi propri.
Un dialogo capace di ascoltare e non solo di sentire, un dialogo paziente e tollerante degli errori, un dialogo che non ci faccia cadere in trappole ma che al contrario sia capace di spianare soluzioni.
E’ l’occasione, questa, per allenarci a trovare compromessi per non scatenare conflitti da cui tutti ne usciremmo perdenti. Potrebbero esserci, ad esempio, argomentazioni su cui sappiamo avere opinioni ben differenti: se pensiamo di non essere in grado di fronteggiare la discussione uscendone sereni, cerchiamo di non affrontarla. Oppure proviamo ad ascoltare le ragioni dell’altro, a domandare maggiormente con il solo scopo di conoscere più a fondo le sue motivazioni rimanendo ascoltatori e non partecipatori attivi della discussione. Ricordiamoci che da sottofondo a questo periodo stiamo tutti vivendo un evento stressante, che ognuno cerca di fronteggiare al meglio possibile.
La collaborazione di ciascuno sarà necessaria a mantenere un clima armonioso. Non dimentichiamo che la famiglia perfetta, le coppie perfette, i figli perfetti non esistono: esistono debolezze e qualità, anche nei racconti di chi ci vorrà far credere l’esatto contrario.

 

La tecnologia, da cui spesso promettiamo a noi stessi di volerci un po’ distaccare, diventa un grande supporto in momenti come questo, capace di connetterci con un mondo fuori neppure troppo distante. Possiamo dedicare del tempo a tante relazioni per cui tempo non ce n’è mai, possiamo confrontarci su vissuti simili nel tentativo, alle volte, di uscire anche solo con la mente dalle mura di casa. I social ci portano sui balconi delle persone e nelle loro cucine. Si organizzano riunioni e lavoro da casa, mostrando ai colleghi o ai datori di lavoro le nostre intime dimore: le nostre stanze, le pareti, gli arredamenti.
E’ mai successo che certe relazioni entrassero così tanto nelle nostre vite private?

 

Questo periodo di quarantena servirà per sconfiggere il virus e uscirne più forti di prima.
E in questa forzata convivenza a contatto solo con noi stessi e poche altre persone possiamo rivolgerci la stessa domanda:

 

Come posso io uscirne più forte di prima?

Come potrei impiegare questo tempo non solo per riempire le giornate ma per dare senso a ciò che decido di fare o non fare?

Casa dolce casa?

 

Che sia, quindi, anche un tempo per riflettere e connettersi maggiormente con se stessi, con le proprie emozioni e con le relazioni che viviamo e in cui viviamo.

 

Se tu avessi bisogno di parlare con qualcuno sono disponibile ad ascoltarti.
La qualità delle nostre relazioni incide sul nostro benessere, e ciò che possiamo fare è prendercene cura, soprattutto in momenti di forte stress come questi.
Puoi contattarmi per prenotare un appuntamento online o per richiedere informazioni.
Non sei solo, puoi contare su di me.

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